Sono una “vecchia” conoscenza per Psicologi per i Popoli nel Mondo.
Qualche mese fa siamo andati a trovarli. Di nuovo.
Gli abbiamo presentato il nostro nuovo Progetto per Haiti. Ai bambini abbiamo spiegato il senso, cosa stava accadendo in quei posti e che cosa vogliamo fare. Come? Non certo con la retorica del “poverini quei bambini sfortunati”, ma con delle foto, della musica, cercando di far passare attraverso esse delle emozioni. Le emozioni di chi a Wanament ci vive, ha vissuto il terremoto, sogna un futuro.
Poi le abbiamo raccolte. O meglio i bambini ci hanno trasmesso le loro emozioni attraverso un piccolo lavoro, una statua vivente, che hanno fatto con le loro maestre subito dopo il nostro intervento.
Prima hanno dato un nome a quelle emozioni. Poi hanno provato a raccontarle.
Insieme, poi, abbiamo ballato.
Bene. Da quella mattina passata nella loro scuola, con i bambini delle scuole elementare ed alcuni genitori, oltre che alle insegnanti, è nato il loro desiderio di sostenere il Progetto.
Perché quanto condiviso insieme in quelle ore aveva senso potesse continuare.
Ed ecco il nostro grazie.
Un grazie sincero. Ai bambini: per averci ascoltato, per aver condiviso il loro pensiero e le loro preziose emozioni e per aver ballato con noi.
Un grazie ai genitori presenti e quelli che non lo potevano essere fisicamente ma che lo sono stati ugualmente.
Un Grazie anche alle insegnanti e alla direzione didattica, perché senza di loro questo modo di “fare scuola” non potrebbe più esistere. Oltre ad un grazie per il loro personale contributo professionale ed umano.
UN FUTURO PER I BAMBINI DI HAITI 